Luca Sanna – Arte a Sassari e in Sardegna

Artisti Contro i Regimi: Quando l’Arte Diventa Resistenza

Artisti Contro i Regimi: Quando l'Arte Diventa Resistenza

Negli ultimi tempi si parla sempre più spesso di resistenza. E non solo come ricordo del passato, ma come urgenza del presente.

Mentre in Europa — e in particolare in Italia — si alzano nuovi venti di intolleranza, autoritarismo e retoriche reazionarie, l’arte torna ad assumere il suo ruolo più importante: quello di voce libera, scomoda, necessaria.

Oggi voglio rendere omaggio a quegli artisti che non si sono piegati. Che hanno avuto il coraggio di dissociarsi, sfidare, resistere — spesso pagando un prezzo altissimo. Perché ricordarli significa difendere oggi la libertà di espressione.

Pablo Picasso – “Guernica” e l’orrore della guerra

Guernica di Pablo Picasso, simbolo del dolore e della resistenza alla guerra

Nel 1937, Picasso dipinge Guernica: un grido silenzioso contro il bombardamento nazista dell’omonima città basca. L’opera, commissionata per l’Esposizione Universale di Parigi, non mostra eroi, ma vittime: corpi spezzati, urla pietrificate, cavalli in agonia.

Picasso rifiutò di tornare in Spagna fino alla morte di Franco.

“L’arte non è fatta per decorare appartamenti. È un’arma di guerra.”
— Pablo Picasso

Renato Guttuso – La Resistenza sulla tela

La Crocifissione di Renato Guttuso, denuncia figurativa del fascismo

Renato Guttuso, pittore italiano e militante del PCI, trasformò la pittura in una forma di lotta. Nel 1941 dipinge La Crocifissione: una scena laica, carnale, politica. Il Cristo è il popolo martoriato, e i carnefici indossano abiti moderni.

Scelse il figurativo per parlare al cuore e alla coscienza.

“L’artista non può essere indifferente a ciò che lo circonda.”
— Renato Guttuso

George Grosz – Satira contro il nazismo

I pilastri della società di George Grosz, critica feroce alla borghesia tedesca

Espressionista tedesco, irriverente e feroce, Grosz smascherò il potere con la satira. Ne I pilastri della società ridicolizza borghesi, preti e parlamentari con le teste piene di sterco, mentre sullo sfondo brucia la Germania.

Nel 1933 fuggì dalla Germania nazista, le sue opere erano già etichettate come “arte degenerata”.

“Chi tace diventa complice.”
— George Grosz

Käthe Kollwitz – L’arte del dolore e del dissenso

La madre con il figlio morto di Käthe Kollwitz, espressione di lutto e dolore

Kollwitz non usò la satira, ma l’empatia. Con disegni e xilografie raccontò la fame, il lutto, la miseria. Nel 1933 fu esclusa dall’Accademia delle Arti perché non sostenne il regime.

Nel suo struggente La madre con il figlio morto, le mani della donna proteggono il corpo del figlio. È silenzio che urla.

“Voglio agire sul nostro tempo, sulle persone, per aiutarle a vedere.”
— Käthe Kollwitz

Pier Paolo Pasolini – Dissidente in ogni forma

Pier Paolo Pasolini - Salò, film di denuncia sul potere e la crudeltà

Poeta, regista, pittore, intellettuale. Pasolini fu un corpo estraneo al potere. Con film come Salò lanciò un’accusa radicale contro fascismo, consumismo e pornografia del potere.

Pagò con l’isolamento, la censura, la morte.

“Essere di sinistra oggi significa non accettare nulla di ciò che è ovvio.”
— Pier Paolo Pasolini

Frida Kahlo – Un corpo politico

Autoritratto di Frida Kahlo, simbolo di resistenza femminile e politica

Dietro ogni autoritratto di Frida Kahlo c’è una lotta silenziosa ma incrollabile: contro il dolore fisico, il patriarcato, il colonialismo. Comunista, anticonformista, non scese mai a compromessi.

“Piedi, perché li voglio se ho ali per volare?”
— Frida Kahlo

Carlo Levi – Esilio e verità

Ritratto di Carlo Levi, pittore e scrittore esiliato dal fascismo

Nel 1935 Carlo Levi fu esiliato in Lucania. Da quell’esperienza nacque Cristo si è fermato a Eboli, un atto d’accusa contro l’abbandono del Sud e la retorica fascista.

“Le classi dirigenti non sono riuscite a far niente per questo popolo, che è rimasto fuori dalla storia.”
— Carlo Levi

Perché parlarne oggi?

Perché la censura è tornata sotto forme nuove. Perché il conformismo si maschera da neutralità. Perché l’arte ha ancora, e sempre, il dovere di prendere posizione.

Tutti questi artisti, con tecniche e sensibilità diverse, hanno detto “NO”. Alla guerra. All’ingiustizia. Alla propaganda. E lo hanno fatto con l’unica arma che avevano: la loro arte.

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